Abate Fetel: La "Regina" Delle Pere
Ma
resta fondamentale la sinergia fra gli operatori del settore, chiamati a
definire politiche e strategie comuniChe fare per preservare il valore e
l'importanza di quella che è considerata la Pera regina? In che modo
evitare gli effetti della concorrenza ed, auspicabilmente, allargare i
consumi? Cosa comunicare e come?
Questi
i temi al centro dell'importante convegno del 14 maggio 2007 "Abate
Fetel: mettere a frutto la comunicazione", voluto dalla Camera di
Commercio di Ferrara in collaborazione con Bayer CropScience e la
Fondazione Cassa Risparmio Ferrara, al quale oltre a Paolo De Castro,
Ministro Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, sono intervenuti
Carlo Alberto Roncarati Presidente della Camera di Commercio, Sergio
Lenzi, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e
VicePresidente di Confagricoltura, Renzo Angelini, Responsabile
marketing Bayer CropScience, Roberto Della Casa e Carlo Cannella,
docenti rispettivamente presso l'U niversità di Bologna e "La Sapienza"
di Roma, Daniele Tirelli, docente dell'Università IULM di Milano, Paolo
Bruni, Presidente CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli) e, in qualità di
testimonials Luca Granata, Lucio Torresan, Stefano Mengoli e Andrea
Ghiglione, in rappresentanza rispettivamente di: Melinda, Radicchio di
Treviso, Consorzio Vitellone Bianco Appennino Centrale, Consorzio Asti
Spumante.
"Il triangolo che racchiude le province di Ferrara, Bologna e Modena - ha sottolineato Carlo Alberto Roncarati nel presentare il convegno - rappresenta, in assoluto, l'areale più vocato per la pericoltura. E' qui, infatti, che si producono le pere migliori, che trovano condizioni ambientali eccezionalmente favorevoli ed imprenditori di grandissima capacità. A riprova di ciò, le pere dell'E milia Romagna si fregiano del riconoscimento I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) dell'Unione Europea che, attraverso rigidi disciplinari di produzione assicura al consumatore standard elevatissimi di qualità e di salubrità.
Con il convegno di oggi - ha proseguito Roncarati - abbiamo inteso assumere una iniziativa a tutela della Pera Abate Fetel, regina della produzione nazionale, che in previsione di un rilevante incremento produttivo rischia, in assenza di adeguate contromisure di carattere comunicativo, logistico e commerciale, di non mantenere le quotazioni che l'hanno resa sin qui assai remunerativa.
La remunerazione di un prodotto non è mai un fatto acquisito, ha
espresso con determinazione Roncarati. Bisogna fare innanzitutto i conti
con la concorrenza sempre più agguerrita che, a livello internazionale,
viene esercitata da parte di Paesi produttori nell'ambito dei quali
vigono regimi fiscali, previdenziali e di tutela del lavoro meno onerosi
e persino normative fitosanitarie assai più permissive.
Inoltre,
la globalizzazione e la destagionalizzazione dei consumi portano sulle
nostre tavole ogni giorno una enorme quantità di frutti con cui la pera
deve confrontarsi".
Sulla stessa lunghezza d'onda Sergio Lenzi:
"L'Italia, e soprattutto la nostra Regione - ha tenuto a precisare Lenzi
- godono di un patrimonio gastronomico così ampio da risultare
largamente inesplorato.
Non
si tratta solo di preparazioni gastronomiche di lunga tradizione, ma
anche di prodotti di base unici ed eccellenti. Tra questi - ha
continuato Lenzi - si annoverano molti tipi di frutta. La Pera Abate
Fetel, legata ad un territorio ristretto e particolarmente vocato
rappresenta una di queste eccellenze che ha ottime potenzialità e
incoraggianti prospettive. Ecco perché bisogna impegnarsi per una
migliore comunicazione di una cultivar di assoluto valore".
"Bayer
CropScience - ha evidenziato Renzo Angelini - da tempo ha orientato il
proprio impegno verso la ricerca di un preciso e chiaro obiettivo:
creare, attraverso l'innovazione e lo sviluppo, una condizione ottimale
per una vita sociale migliore. Di qui, la realizzazione della collana "
Coltura & Cultura", che ha come primo scopo quello di far
conoscere i valori della produzione agroalimentare italiana, della sua
storia e degli stretti legami con il territorio.
La
collana - ha proseguito Angelini - prevede la realizzazione di una
serie di 12 volumi. Il convegno di oggi è stata la migliore occasione
per la presentazione proprio del volume sul pero, che abbiamo voluto
distribuire gratuitamente agli intervenuti e che rappresenta un'opera di
assoluto prestigio, anche per l'alto profilo scientifico degli autori
che vi hanno collaborato. Uno strumento utile non solo agli specialisti,
ma a tutti noi in quanto consumatori".
Tanti
gli esperti che si sono alternati al microfono, a cominciare da Roberto
Della Casa, che ha indicato, tra le priorità da affrontare per
consentire alla Pera Abate di recuperare competitività sul mercato della
frutta fresca, la necessità di profondere un impegno organizzativo
intenso, soprattutto sul versante commerciale, che consenta di superare
le storiche divisioni fra gli operatori chiamati a definire politiche e
strategie comuni.
"Se
è vero - ha rimarcato Della Casa - che le prime 5 organizzazioni
concentrano oltre un terzo dell'offerta, è altrettanto vero che oltre la
metà del prodotto viene venduto così come ricevuto dalla campagna ad
una pletora di piccoli confezionatori su scala locale. Il che preclude
qualsiasi possibilità di sviluppare una strategia unitaria. Questo è il
vero nodo da sciogliere e la reale priorità da affrontare per far valere
sul piano economico tutte le proprietà di questo prodotto eccezionale".
"La
Pera Abate, come tutte le pere, rappresenta un alimento importante per
qualsiasi età ed è indicata anche per chi soffre di disturbi nella
regolazione della glicemia per il ridotto contenuto di glucosio (2 g%) e
per l'apporto di fibra solubile".
Così
ha esordito nel suo intervento Carlo Cannella, ordinario di Scienza
dell'Alimentazione presso l'Università La Sapienza di Roma. "La pera -
ha messo in risalto Cannella - contiene una miscela di nutrienti, assai
importanti per la loro azione regolatrice sull'equilibrio acido-basico
del sangue e sulla flora batterica intestinale.
Nessun
chimico sarebbe capace, mettendo insieme questi stessi componenti, di
ottenere i medesimi risultati non solo da un punto di vista nutrizionale
ma anche per la gratificazione dei nostri sensi (vista, olfatto e
tatto) da cui tanto dipende il benessere psico-fisico".
Nel
corso dell'incontro, che ha visto la folta partecipazione di operatori,
di studiosi del settore frutticolo e del marketing oltre che di
numerosi rappresentanti delle Istituzioni, autorevoli testimonials hanno
illustrato gli esempi ed i motivi del successo di Melinda, del
Radicchio di Treviso, del Consorzio Vitellone Bianco Appennino Centrale e
dell'Asti Spumante, suggerendo la ricetta, o meglio, le ricette, che
potrebbero consentire alla "regina" di restare tale, dopo che una
specifica ricerca compiuta da Trade Food Lab, e commentata da Daniele
Tirelli, ha evidenziato una percezione del prodotto da parte del
consumatore per certi versi sorprendente e, comunque, ben diversa dalle
caratteristiche che - secondo gli operatori della filiera - la Pera
Abate realmente possiede.
"Si
tratta di opinioni per lo più influenzate da luoghi comuni e da qualche
pregiudizio che però è bene considerare al momento di produrre uno
sforzo comunicativo più che mai necessario - ha sottolineato Tirelli,
sociologo del consumo.
La
prima questione - ha spiegato Tirelli - è dunque evidenziare in quale
misura un prodotto dai pregi rilevanti ed indubbi come la Pera Abate
Fetel, stia soffrendo di un posizionamento piuttosto basso ed immeritato
nel vissuto degli italiani.
Successivamente,
esaminati i luoghi comuni e le aree di ignoranza circa queste sue
caratteristiche, si potrà impostare un piano di adeguata valorizzazione
di un punto di eccellenza della nostra agricoltura. La capacità degli
italiani di distinguere le diverse varietà di pere è molto bassa. Abate
Fetel, William, Kaiser, ecc. sono nomi che non corrispondono, se non in
ridotte percentuali, all'identificazione di morfologie, colori,
consistenze corrette per ciascuna di esse.
Dunque,
è determinante il ruolo informativo svolto dai vari canali
distributivi, tenuto conto che molto apprezzata è la funzione di
consulente del fruttivendolo e ancora piuttosto bassa la stima nei
confronti dell'offerta della grande distribuzione che invece ne è
priva". Ma oltre ad una adeguata " comunicazione integrata" del prodotto
Abate Fetel, cosa può incentivarne la domanda?
A
rispondere è lo stesso Tirelli: "Certamente un attestato di garanzia di
un ipotetico consorzio di tutela. Una larghissima maggioranza degli
intervistati afferma, infatti, di ritenere molto importante la presenza
di un "bollino" che assicuri in modo semplice ed immediato il
consumatore su standard qualitativi elevati e certi".
Appello,
quello di Tirelli, che non è certamente caduto nel vuoto. Paolo Bruni,
uno dei maggiori esperti in campo ortofrutticolo, infatti, nel
raccogliere l'invito lanciato dal relatore, ha annunciato l'avvio di uno
specifico ed articolato progetto, definito in ambito CSO,"...in grado
di corrispondere alle esigenze degli operatori e di soddisfare le sempre
più impegnative sfide del mercato. Perché, anche e soprattutto nel caso
della Pera Abate, ha concluso Bruni, da soli non si vince".
"Esprimo
piena soddisfazione per l'organizzazione di un convegno di così grande
portata a tutela della Pera Abate e dei tanti operatori che con
l'attenzione puntata a questa cultivar si mettono in gioco ed affrontano
quotidianamente a viso aperto una difficile avventura imprenditoriale".
Il Ministro Paolo De Castro, profondo conoscitore della materia, che nel suo intervento ha spaziato sulle diverse problematiche del settore, a partire dalla riforma della Organizzazione Comune di Mercato dell'U.E. attualmente in discussione, ha così commentato, rivolgendosi al Presidente Roncarati, gli esiti dei lavori, "...che rispondono ad una richiesta forte dei consumatori e degli imprenditori ortofrutticoli. Si tratta di una iniziativa fortemente significativa - ha concluso De Castro - che ha avuto il grosso merito di chiamare a raccolta operatori, tecnici, studiosi e rappresentanti istituzionali per l'avvio di una strategia complessiva, di un progetto capace di dare indicazioni su dove concentrarsi per orientare tutte le azioni e convogliare le risorse disponibili che, benché limitate, se messe insieme possono risultare determinanti".